DI VINO, DI POESIA O DI GRAZIA
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“Io intendo scultura, quella che si fa per forza di levare”.  Evoca il criterio utilizzato da Michelangelo la degustazione di un vino che liberato dal suo scrigno di vetro e ceralacca asseconda il fluire della memoria. E quando il velo del tempo è rimosso, torna a germogliare quel bouquet di emozioni che sembravano non affiorare più, donandoci solo l’essenza. Amabile convivio di note declamate dagli oggetti a noi più cari, non tardiamo a cogliere quel sentore di cui ancora avvampa la grazia di vellutati aromi.
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